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La rizoartrosi è l’artrosi localizzata a livello dell’articolazione trapezio-metacarpale.

 

E’ una malattia assai frequente anche se spesso molto ben tollerata, caratterizzata dalla deformazione della base del pollice causata dalla perdita dei rapporti tra il trapezio (piccolo ossicino del polso) e la base del primo osso metacarpale.

 

Il trapezio è il più esterno delle ossa distali del carpo; ha forma cuboide con sei facce di cui 3 sono articolari. La faccia prossimale, concava, si articola con il navicolare; la faccia distale ha forma di sella e si mette in giunzione con il 1° osso metacarpale; la faccia mediale è divisa da una cresta in una parte prossimale che si articola con il trapezoide ed in una parte distale che si articola con la base del 2° osso metacarpale; la faccia laterale è libera e rugosa; sulla faccia volare si trova il tubercolo del trapezio, medialmente al quale scorre, in una doccia, il tendine del muscolo flessore radiale del carpo; la faccia dorsale è anch’essa libera e scabra.

 

La patologia come tutte le forme degenerative ossee si sviluppa lentamente nel tempo.

Questa malattia colpisce con più frequenza il sesso femminile dopo i 50 anni.

Il quadro clinico è caratterizzato da dolore localizzato a livello dell’articolazione trapezio-metacarpale dapprima durante l’attività manuale ma poi presente anche a riposo. Nelle forme più gravi il dolore può essere presente anche di notte.

La diagnosi avviene di solito con la visita medica; ispettivamente talora è visibile la deformità articolare e la radiografia conferma l’usura articolare e talora la presenza di una sublussazione dell’articolazione stessa.

Con il progredire della malattia diviene molto marcata l’impotenza funzionale e talora assai doloroso il movimento di presa pollice-indice.

 

Il trattamento di questa patologia è inizialmente di tipo incruento con applicazioni fisioterapiche:

Laserterapia

Roentgenterapia

Jonoforesi

Assai utile risulta l’applicazione di uno specifico tutore notturno.

 

Talora un buon risultato nelle fasi non avanzate è ottenuto con delle infiltrazioni articolari con farmaco corticosteroideo e/o acido jaluronico.

Nelle fasi avanzate, quando il dolore diviene difficilmente controllabile, si arriva all’intervento chirurgico.

L’intervento può essere eseguito o in anestesia loco-regionale (anestesia del solo braccio) o in anestesia generale e avviene con una degenza di 1 notte.

A seconda della gravità della malattia e a seconda del tipo di attività lavorativa vengono eseguite diverse tipologie di intervento:

– Artrodesi trapezio-metacarpale

– Protesi trapezio-metacarpale

– Trapezectomia con tenosospensione.

L’intervento di trapezectomia con tenosospensione è l’intervento che più frequentemente eseguo.

Al termine dell’intervento andrà applicata alla mano una stecca gessata di primo dito per circa 20 giorni.

Successivamente verrà rimossa e cominciata la fisiochinesiterapia che comprende esercizi di flesso-estensione delle dita.

Si segnala nei pazienti valutati a 2 mesi dall’intervento una articolarità della trapezio-metacarpale fluida e quasi completa in tutti i piani in assenza di dolore con forza di presa diminuita di circa il 10-15%. Questo dato tende a migliorare nel tempo anche perché la scomparsa del dolore in realtà permette un uso funzionale globale migliore della mano.

Il controllo clinico e radiografico si esegue a 2 mesi dall’intervento.