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L’artrosi è una patologia di tipo degenerativo con interessamento primitivo della cartilagine articolare e con modificazioni secondarie di tutti i restanti componenti articolari.

Con il progredire della malattia le alterazioni degenerative delle superfici articolari determinano la comparsa di dolore e di una progressiva limitazione dell’ampiezza dei movimenti.

Il dolore è aumentato dal movimento e tende a ridursi con il riposo; nelle fasi avanzate di malattia il dolore può essere sempre presente.

Il trattamento deve essere rivolto a migliorare le condizioni che favoriscono l’instaurarsi della malattia come ad esempio l’eccesso ponderale e quindi va intrapresa una dieta e un’attività fisica adeguata.

Utile una terapia farmacologica con antiinfiammatori e una fisioterapia (magnetoterapia, elettroterapia, tecarterapia) e una chinesiterapia.

Quando la sintomatologia dolorosa diviene tale da interferire con le attività del quotidiano e da limitare notevolmente l’autonomia deambulatoria del paziente deve essere presa in considerazione la possibilità di un intervento chirurgico di sostituzione protesica dell’articolazione del ginocchio.

Se l’artrosi del ginocchio o gonartrosi interessa prevalentemente il compartimento interno o quello esterno esiste la possibilità di protesizzare selettivamente l’articolazione con l’impianto di una protesi monocompartimentale interna o esterna di ginocchio.

Il grosso vantaggio nel poter posizionare questa protesi è quello di poter avere un “risparmio” osseo ossia un intervento meno invasivo che dà un recupero molto più rapido. Il paziente ha la sensazione di avere un ginocchio normale quasi non operato; inoltre, negli anni successivi, in caso di intervento di revisione protesica dà la possibilità al chirurgo di posizionare una protesi totale senza eccessiva difficoltà.

Fase preoperatoria: nei giorni precedenti l’intervento il paziente esegue gli accertamenti preoperatori, ossia anamnesi, esami di laboratorio, ECG, visita cardiologica ed anestesiologica.

Al paziente verrà sottoposto per accettazione il consenso per l’intervento, l’anestesia ed eventuali trasfusioni di sangue (solitamente non necessarie).

Verrà  somministrata al momento dell’intervento la terapia antibiotica e successivamente quella antitromboembolica.

Intervento chirurgico: guardando la protesi ci si accorge di come sia costituita da 3 componenti:

componente femorale e la componente tibiale (metalliche)

inserto (polietilene) che va ad incastrarsi nella componente tibiale

Attraverso uno strumentario dedicato vengono eseguite delle resezioni ossee sul femore e sulla tibia  e quindi, dopo aver misurato gli “spazi a disposizione”, si decide la taglia o misura della protesi.

La protesi viene fissata all’osso attraverso un cemento arricchito con antibiotico.

La durata dell’intervento è di circa 45 minuti.

Fase post-operatoria: il giorno successivo all’intervento al paziente viene posizionata una calza elastica all’arto inferiore.

Al paziente viene fatta eseguire una prova di ortostatismo e, successivamente, quando pronto, inizia la deambulazione

con girello.

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In 3°-5° giornata si passa all’uso delle stampelle.

Il trattamento riabilitativo viene concordato dall’equipe costituita dal chirurgo-fisiatra-fisioterapista con specifici esercizi.

Obiettivi della fisioterapia:

  1. Impostare la camminata corretta con carico da subito totale e l’esatta sequenza dei movimenti arti inferiori-stampelle.
  2. Controllare che durante la fase di appoggio il ginocchio sia esteso e che il passo avvenga in maniera corretta, ossia con contatto al suolo di tallone-pianta-punta.
  3. Recupero di una buona articolarità.

 

Dopo 10-15 giorni il paziente viene dimesso, dopo rimozione dei punti di sutura.

Il paziente viene controllato ambulatorialmente con radiografie a 45 giorni dalla dimissione, a 6 mesi e a 12 mesi.

Infine, per mantenere il buon risultato ottenuto, è necessario evitare le eccessive sollecitazioni sul ginocchio e cioè:

  • camminare su terreni accidentati
  • sollevamento di oggetti pesanti
  • aumento ponderale